sabato 15 dicembre 2018

Annapurna base camp









Annapurna Base Camp
04.12.2018. Ieri abbiamo finalmente raggiunto il campo base, é stato meno faticoso degli altri giorni seppure molto lungo. Siamo arrivati che il cielo era nuvoloso ma improvvisamente, quasi a darci il benvenuto, la cima del "fishtail" si è tolta il cappello di nuvole mostrandosi in tutto il suo splendore. I nepalesi la chiamano "Machapuchare", é la Montagna sacra interdetta agli alpinisti, anche considerata il Cervino del Nepal,  che ci ha accompagnato per tutto il trekking e subito dopo, come sotto i riflettori di un teatro, è apparsa anche la vetta della "Annapurna one" ( la cima più alta dell' Annapurna,  il decimo monte più alto della Terra,8.091 m s.l.m. Tecnicamente non è l'ottomila più difficile da scalare,  ed è stato il primo ad essere conquistato dall'uomo, ma è considerato quello più pericoloso per le continue valanghe che cadono dai suoi versanti, e detiene con un valore superiore al 40% il più alto rapporto tra numero di morti e numero di alpinisti giunti in vetta.)
Bello, bellissimo, fa freddissimo.
Per me è strano, non emozionante... Forse perché non lo abbiamo raggiunto con la fatica che si fa prima di arrivare ad un traguardo, o forse per il grigio del cielo... non ho sentito la stessa soddisfazione provata l'anno scorso sul Kilimangiaro. Ma la verità è che non c'è paragone, sono due trekking e due esperienze completamente differenti.
L' alloggio del campo base è una struttura suddivisa in più moduli, una stanzina centrale in cui mangiare e rifocillarsi è altre piccole stanze adibite a dormitori o a latrine. Io per stanotte divido la stanza con le 2 ragazze australiane e Nikole, la danese in po' crazy... All 20.30 abbiamo già spento le luci e chiuse ermeticamente nel nostro sacco a pelo, attente a non farvi entrare dentro neanche un filo dell' aria gelida si fuori, ci siamo date la buonanotte. Io sono attrezzata di pantalone e maglia termica, calzettoni, giacca pesante ma dopo mezzora in cui i miei piedi non accennano a voler far circolare sangue, mi appiccico i cerotti riscaldamti in entrambe le zampe.... E poi tutta una tirata di sonno fino alle 6.00...mi svegliano le luci frontali che sfilano davanti alla mia finestra. Mi catapulta giù dal letto corro anche io ad ammirare l' alba sull' Annapurna. Wow. Ecco ora piango e mi emoziono anche io mentre seduta in terra tengo tra le gambe un cagnolone, lo riscaldo e osservo il sole mostrare pezzo per pezzo l' Annapurna.

giovedì 13 dicembre 2018

Un compleanno ad alta torta





2 dodici 2018 h 6.20
Siamo a Cchumrung, da oggi per 3 giorni si entra nella valle sacra, ci aspettano 2000 mt di dislivello in salita, speriamo bene.
È il giorno del mio compleanno ma non ho ancora attivato le reti internet e ho lasciato il cel in reception per ricaricare la batteria. Infatti qui, come in quasi tutti gli alloggi, le prese elettriche sono solo nella sala comune e ricaricare le varie batterie costa circa 1 euro.
Vado in bagno per iniziare questa fredda e nuvolosa giornata con una rapida lavata di acqua gelida almeno del viso. La prima persona che incontro è Jano che tiene nella mano destra un fiorellino e in quella sinistra una barretta di cioccolato e mi viene incontro cantando tanti auguri. Lo abbraccio ringraziandolo anche un po' commossa... Questo piccolo gesto é un buonissimo inizio di giornata che prosegue con altri gesti inaspettati.
Per pranzo ci fermiamo a Bamboo dove poi ci fermeremo anche per dormire sulla via del rientro e Marie e Kodie (non sono certa si scriva così) ordinano per me una fetta gigante di torta alle mele... Che decido di dividere in tanti pezzetti per condividerla con il resto del gruppo.
Un trekking di 18 km, 900mt di dislivello dei quali porterò nella memoria il profumo di balsamo di tigre lasciato dai tanti giapponesi incontrati nel cammino, la musica orientale proveniente dagli zaini dei turisti solitari o dei portriers giovanissimi, ovviamente le scale, le immense cascate che parevano discendere direttamente dalle nuvole, il cane che mi ha "scelta" e seguita per gran parte della strada, la torta al cioccolato con candeline annesse che g-Adventures ha fatto preparare per me durante la cena... dei miei 36 anni.
Cose da ricordare : festeggiare il compleanno in viaggio è meraviglioso ma  a renderlo tale saranno sempre le persone che ami, tienile vicine.

lunedì 10 dicembre 2018

Poon hill





30 novembre 2018. Tadapani.
Quarto giorno di trekking, siamo già entrati nell' Annapurna area project" e sia ieri sera che stamattina abbiamo superato i 3000 con interminabili sali scendi. Ieri è stato impattante, abbiamo camminato per 6 ore salendo milioni di scale, attraversando villaggi coloratissimi, foreste, montagne spettacolari ; siamo arrivati a Ghorapani stanchissimi ma quando ci hanno chiesto se volessimo camminare ancora 1 ora per veder il tramonto a più di 3000mt di altitudine, sul picco di Poon, io e altri pochi ragazzi siamo ripartiti senza esitazione... 1 altra intera ora di scale a salire ci hanno portato in paradiso!
E per la prima volta dopo 5 giorni mi sono sentita parte del mio stesso viaggio. La montagna...
Abbiamo anche incontrato degli italiani ma non ho avuto voglia né ho sentito la necessità di interagire con loro.
Abbiamo osservato il sole tramontare colorando di rosa l' Himalaya e siamo riscesi per le scale che ormai era buio ma la luna e l' eccitazione per lo spettacolo appena visto hanno reso la ripida e rapida discesa una passaggiata...
Le "guesthouse" sono tutte carinissime e modeste, alla fine le camere non sono altro che 4mura con un letto e una finestra, niente servizi, né prese elettriche. Gli spazi comuni invece hanno tavolate e finestroni che danno sulla montagna, in alcuni in mezzo alla stanza c'è addirittura un ingombrante stufa a legno in ghisa che è di un rincuorante indescrivibile. Per esempio io in questo istante le sto accanto e mi estraneo dal resto del mondo, inizio il mio trekking interiore. Notte.

Un libro salva la vita sempre





28 Novembre. Sembra passata una settimana invece sono solo 3 giorni, oggi abbiamo iniziato il trekking, ieri siamo arrivati a pokhara da Kathmandu dopo 6 ore di pullman ma appena scesa ho sentito l'aria più pulita, la camera più calda, ho intravisto l' Himalaya... E lo spirito è cambiato. Ieri sera siamo stati a cena in uno di mille locali turistici,  la birra a 6,00 euro mi ha messo  in chiaro che dovròttrovare un altro modo per rompere il ghiaccio! 
Oggi siamo in mezzo al niente o forse finalmente in mezzo al tutto, la mia camera si affaccia su un panorama spettacolare e ci sono i servizi essenziali : un tavolo, delle sedie, una luce e un letto. Niente bagno, quello è in comune e lo é anche la doccia, quest' ultima se la vuoi calda costa 100 rupie, poco meno di un euro.. Ci può ancora stare. Doccia calda sia. È presto, sono el 17 e il gruppo si è riunito quasi tutto intorno ad un tavolino a giocare a carte e ridere e parlare... Io stupidamente non mi sono neanche portata un libro dietro il quale nascondermi, l' ho lasciato a Pokhara, ho ottimisticamente pensato che non  avrei avuto abbastanza tempo libero per leggere o più ottimisticamente che l' avrei passato a conversare con loro... Allora faccio un gioco: immagino i loro dialoghi in base a qualche parola  che acchiappo nel mezzo dei loro discorsi e in base ai loro volti, se mi sono simpatici gli faccio dire cose interessanti, altrimenti cazzate. Fortunatamente Jano e Bernand dopo un po' mi distraggono includendomi nei loro discorsi fatti lentamente e Nikol, una ragazza canadese della quale non capisco mezza parole, mi sorride spesso, ci capiamo nella nostra "follia". È strampalata Nikol, oggi ha corso per quasi tutto il trekking lasciandosi dietro la guida contrariata e il resto del gruppo già affaticato.
Tuttavia sono abbastanza serena molto curiosa di fare la conoscenza di questa montagna, se riuscirò ad integrarmi bene, altrimenti provvederò a farmi compagnia da sola che tanto sono la persona con cui dovrò passare il resto della vita...
Ma ecco una sorpresa, Jano mi si piazza davanti sorridente con due fumetti di Dylan dog e un libro di Paolo Sorrentino lasciati nel lodge da qualche italiano che voleva alleggerirsi lo zaino, sono salva, anche da me stessa!

Kathmandu Kathmanduuuuu





27-11-2018 Kathmandu Kathmanduuu
Sono le 8.00 qui a Kathmandu in Italia le 3 e qualcosa. Siamo nella hall dell'hotel: 3 borse pronte, una la lascerò a Pokhara , una la porteranno i portriers (da distinguere con gli sherpa che, ci verrà spiegato in seguito, è l' etnia che vive e aiuta gli alpinisti nel carico dei materiali sopra i 4000 himalayani ...) durante il trekking, ed uno è il mio daily pack che peserà 8 kg circa.
2 giorni in questa città, il tempo sufficiente a malapena a capire dove si trova l' hotel rispetto al centro di questa... "Bho" metropoli. Non saprei come meglio definirla con un solo aggettivo... Ma ti fa venire voglia di drogarti, di perderti. La devi girare con un mascherina che filtri le polluzioni, devi schivare motorini, auto, biciclette, risciò, mucchi di gente che si distinguono in trekkers e locals, fili elettrici, abbigliamento finto sportivo di Marche altisonanti, e cani, centinaia di cani che non si sa come facciano ad attraversare incolumi le vie di questo delirio mentre a Nuoro vengono investiti anche nel quartiere più deserto!
La sera che sono arrivata ho impiegato 45 minuti di taxi per percorrere 6 km, un tempo infinito in cui ansia, adrenalina e stupore camminavano a braccetto. Sarei dovuta arrivare per le 18 in tempo per il briefing e per conoscere il gruppo, tutto calcolato.. Invece sono arrivata un ora dopo, proprio nel momento in cui il gruppo stava abbandonando la sala riunioni e mi è passato accanto indifferente. Ho dato una rapida occhiata all' elenco giusto il tempo di rendermi conto di essere, come da previsioni, l' unica italiana, anzi forse europea, ma lo sconforto  aumenta quando tento l' approccio con la guida: " hi, I'm Agnese from Italy. Sorry I don't speak English but if you speak slowly I can understand, can you repeat me the plain for this days please?"
" hi Agnese, I'm Tek, no problem, now will go por dinner and apter we talk about the chekking"
Whaaaat? Non ci ho capito una mazza, apter?! Chekking?! Mha... Cerco di comunicare con la reception, capisco che grazie al cielo ho una camera singola, corro per le scale, spalanco la porta di camera, cerco invano una presa per mettere in carica in cellulare... Niente, piango. A sto giro non capisco neanche la guida, sono nella merda.
Mezz'ora dopo sono giù, mi accodo al gruppo che è già in marcia, un paio di loro si presentano ma io mo sento goffa e fuori luogo, vorrei sparire. Finalmente si avvicina Jano, mi parla piano e scandisce le parole, é tedesco, anche per lui l' inglese è una seconda lingua, forse sono salva. Forse non starò proprio muta per 15 giorni. Ok Agne, forza, concentrati, sorridi, cerca di capire, lascia da parte paure e vergogne. Ora inizia la vera avventura.

domenica 9 dicembre 2018

Destinazione Nepal 🇳🇵


24-11-2018 destinazione 🇳🇵 Nepal
Sono le 3.34 della mattina del 24 novembre e dalle 19.30 del 22 ho già preso: la macchina per 100 km, la nave per l' attraversata notturna fino a Livorno poi di nuovo la macchina per altri 360 km circa conn sosta inaspettata per per bagnetto alle terme naturali di saturnia, pranzo a Fregene, pennichella a Fiumicino e ora il mio corpo vestito "a cipolla" come consigliano le migliori guide da viaggio, si siede e si corica a serie da 15' nei sedili moooltooo comodi della Etyhad.
Mi faccio trasportare fino ad Abu Dhabi con la stanchezza che mi costringere a chiudere gli occhi e l' adrenalina che me li fa riaprire e mi porta a scrivere l'inizio di questa nuova avventura...
La destinazione stavolta è il Nepal e mentre lo scrivo niente, ancora non ci credo.
Una meta alla quale non avevo mai pensato ma che ancora una volta, grazie a G-Adventures si è materializzata nella lista dei posti da visitare.
Il mio lavoro mi ha premiato ed io spero di ricambiare con riconoscenza. Visitero questo paese con il rispetto e la curiosità che merita.

25-11-2018. Atterraggioooo
Sono sul secondo volo, quello che da Abhu Dabi mi porta a Kathmandu e ho appena mangiato una sorta di budino con spaghetti e mandorle... Asia mi avvicino...
Oddio, è stato come esser stata dentro una clip video che rapidamente mi ha catapultato dentro un manto di palazzi, tutti basso e dai colori chiari. L'aereo in picchiata è atterrato sulla pista dell' aeroporto di Kathmandu. Montagne bianche, distese di monti verdi e palazzi a perdita d'occhio. Welcome.







martedì 30 ottobre 2018

Marrakech, Ouarzazate, Essaouire. Città, deserto, oceano.

Ogni viaggio lo vivi tre volte: quando lo sogni, quando lo vivi e quando lo ricordi.
Dormire una notte all' aeroporto di Malpensa,atterrare nel moderno aeroporto di Marrakech e subito farsi trascinare nelle caotiche vie della Medina da un estrosa guida che ci racconta le meraviglie di questa città imperiale... Un turbinio di emozioni che ci lascia senza fiato e si conclude nella spettacolare piazza Jamaa el Fna, al tramonto, con le preghiere del Muezzin a fare da sfondo ad un tramonto che diffilmente dimenticheremo.
I giorni a seguire sono stati come un film. In 4X4 attraversare la valle del Draa tra tornanti da paura(!) , svariati the alla menta, due risate con gli autisti, tajin, couscous, ceramiche verdi, distese di colori... e arrivare nel deserto, proprio dentro, sui dromedari, al buio, serfare le dune all' alba e ripartire.
Visitare i giardini majorelle e restare delusi dalle dimensioni ma entusiasti dai colori e dalle svariate piante.
Finire sull' oceano. E commuoversi.

Questa è una carrellata veloce di ciò che è stato il viaggio in marocco di questo Ottobre, è stato tutto semplice, tutto è filato liscio. Ho accompagnato delle persone fantastiche, di diverse età ed esperienze ma tutte unite da uno spirito di adattamento invidiabile e sopratutto da una curiosità che tutti al mondo dovrebbero avere. Grazie.




lunedì 19 febbraio 2018

Marrakech ti voglio bene







Anche questo viaggio arriva al momento giusto. Serena, la mia famosa compagna e collega del viaggio in Perù, mi chiede di sostituirla nell'accompagnare un suo gruppo in Marocco... Ci penso si e no 5 minuti e poi, si certo, li accompagno volentieri! Ho già visitato il Marocco ma 13 anni fa, zaino in spalla e via terra dalla Spagna. Bhe, nonostante tutto credo di ricordare ogni colore, odore e viso visto in quella occasione. Il Marocco è il paese del Nord Africa forse più vicino a noi...ma meno di ciò che si pensi. Marrakech mi mancava ma il suono del suo nome mi ha sempre fatto pensare che l'avrei amata.
La partenza è arrivata presto ed è stata purtroppo preceduta da una settimana buia ma è un viaggio, é il mio adorato lavoro e non posso che farla diventare l'occasione per tirarmi su!
Come da rituale parto dalla Sardegna la sera prima, ceno con Serena che mi sembra di aver visto il giorno prima nonostante siano passati due anni, mi da le necessarie raccomandazioni e ci diamo la buonanotte, godiamo di stima reciproca, non c'è bisogno di dirsi troppo.
Dormo poco, piove tantissimo... Alle 4 mi viene a prendere ad Oleggio quella che sarà la mia compagna di stanza, e raggiungiamo Malpensa e alle 5 ho già i 9 clienti di Serena sotto l'ala. Il gruppo è variegato sia come età che come provenienza, mi piace... E non sbaglio.
Raccontare per filo e per segno i 3 giorni a Marrakech ne farebbe perdere l'incanto... Anche perché se non potete sentirne i profumi ed ascoltarne le musiche non vale.
Scriverò delle "pillole da ingoiare con il the alla menta" :
- scegliete un riad e non un hotel; prenotate le escursioni in loco e non dall' Italia... Le valuterete in base al meteo e alla fiducia che vi ispira chi si propone di accompagnarvi;
- in anticipo di almeno 3 mesi invece prenotate (in agenzia!) volo, riad e trasferimenti da e per l'aeroporto
- cercate di fare esperienze autentiche, vanno bene corsi di cucina, Hammam, tatuaggi all'henne, canne di ashish (o narghilè di hashisha se non volete finire incantati come i serpenti) ..
- a Marrakech non c'è il mare (!) ma con 3 ore di auto arrivate ad Essaouira ad ammirare l'oceano
- a Marrakech non c'è il deserto (!) ma prendetevi 2 giorni per dormirci in tenda, senza alcun comfort se non la luce dell' intera via lattea
- trattate sui prezzi senza scrupolo, vi apprezzeranno di più e prenderanno per il culo di meno
- imparate almeno a salutare (Salam alecum) e ringraziare (suckram) in arabo, riceverete qualche sorriso in più
- assaggiate tutto ciò che è tipico (pastilla, tajin, pane, insalate...) e accompagnatelo sempre con il the alla menta che così buono non lo ritroverete altrove
- visitate la pizza jam El fnaa di mattina, poi di pomeriggio e sopratutto di notte
-passate del tempo sul tetto del Riad, semplicemente in silenzio, possibilmente durante l'ora del muhaezin.
E poi parlate, sentite le storie della gente, non siate diffidenti... Magari vi racconteranno qualche bugia ma in fondo, fa parte della favola!
Io ho vissuto la mia, ancora una volta il mio lavoro mi ha arricchito non economicamente, di più!
Ho conosciuto la gentilissima Silvia, eccezionale compagna di stanza, la dolce Rosalinda, gli jogici e brillanti pugliesi Nicoletta ed Enrico, mi sono confidata con Paola con la quale c'è stata un immediata ed araba intesa, ho riso e scherzato con il mitico Alessandro e la super Viviana, ho chiacchierato tanto con gli avventurosi Renata e Francesco e tutto questo grazie a Serena e alla fiducia che ha riposto in me. Sapevo che il viaggio in Perù mi avrebbe portato fortuna
... Ora si torna a casa con un unico pensiero... Ottobre Marocco 1 settimana? Venite con me!

venerdì 15 dicembre 2017

Kilimangiaro.

09-12-2017
Del gruppo siamo rimasti solo io, Brendan, l' Americano che vive a Napoli e l' adorabile coppia norvegese: lei bionda, occhi azzuri, viso appuntito, labbra fini e sempre serrate, sembra molto austera ma è in realtà simpaticissima, riesco a comunicare abbastanza con lei perchè anche per loro l' inglese non è la lingua madre . Rohit ha origini indiane (credo), è bello, scuro, barbuto, occhi profondi e sorriso raro ma luminoso, un ragazzo brillante. La prima mattina libera , in realtà ci sono anche i due ragazzi australiani Oscar , timido e sbarbatello e Charlie, intrarpendente e dolcissimo. Ci facciamo portare ad  Kikuletwa Hotsprings , 30 ' da Moshi, passiamo attraverso il mercato locale e poi su strade bianche circondate da alberi spogli, casette di fango, caprette, asinelli, bambini, masai...uno spettacolo!
Quella dove ci stiamo recando è una riserva naturale, piscine naturali di acqua tiepida in mezzo ad altissimi alberi verdi e liane da usare per tuffarsi. I ragazzi impazziscono, iniziano acrobazie acquatiche e risate mentre io... ho ovviamente le mie cose (che viaggio avventuroso sarebbe senza?!) che nella giornata di ieri si sono unite al malessere generico... il mio corpo sta buttando fuori ora ciò che per mesi ha trattenuto per via della tensione.
Non mi perdo d' animo, mi guardo intorno e leggo, su un bancheto in mezzo al nulla " Specialist in massage, expert in reflexology, etc.." mi avvicino per parlare con una ragazza paffutella vestita di blu, contrattiamo, 11 euro per un ora di massaggi, è andata.
Alla fine tutti noi abbiamo goduto a pieno di questa mattinata.
Pomeriggio e sera riposo e preparo la valigia, la mia testa inizia a rielaborare quest' ultima settimana ed il pensiero che maggiormente mi accompagna è che il Kilimangiaro non è una montagna da scalare , è un paese da scoprire , è la natura che dà da vivere ad un intera popolazione. E' acqua , è fuoco, è aria...è terra da calpestare e sulla quale coltivare banane e caffè, è una scuola in cui impari a fare da guida ambientale e fai di questo un mestiere, è una bandiera che sventola fieramente su hotel creati per i suoi avventurieri, nelle maglie delle miriadi di persone che attorno ci hanno creato un onesto business!
Non è una meta turistica pompata per la mera vendita, anzi, per quanto è bella , non è abbastanza conosciuta, per lo meno in Italia, o forse in Sardegna.
Il popolo tanzano è fatto di uomini e donne lavoratori per eccellenza , tutti preparatissimi ed altrettanto umili. Hanno moltissimo da insegnarci sul turismo; Sono persone che arrivano ai 6000 mt due volte al mese e che quando accompagnano te, sprovveduto trekker di collina, ci mettono il tuo stesso entusiasmo.
Per questo dedico quest' ultima mattina al "Tour del caffè", voglio vedere come gestiscono quest' altro loro importante prodotto. Anche in questo caso non resto delusa.
Ci inoltriamo nella foresta su un comodo furgoncino, passiamo accanto a case e chiese brulicanti di grandi e piccini colorati ed eleganti, è domenica, giorno di festa.
Parcheggiamo in una distesa di fango e ci viene incontro un super sorridente ragazzo con lunghi dred: "Karibo, venite vi mostro la mia casa" (ovviamente il tutto in un impeccabile inglese). La sua è una casetta di fango e mattoni con dentro 3 o 4 bambini dalle simpatiche voci squillanti, musica di sottofondo.
Oscar, è il nome del ragazzo, indicando una porticina azzurra di una minuscola casetta incalza "quello è l' internet caffè, nel caso vogliate inviare una mail o un fax..."risate, è l' ennesima latrina.
Ci fa accomodare in una veranda "Jamaican Style"ed inizia a raccontare di come suo nonno iniziò a coltivare in quel pezzo di foresta il caffè, qualità arabica...ci mostra tutto il processo, dalla cura delle piante, la raccolta delle bacche, la tostatura,lo smistamento fino ad arrivare alla macinazione, rigorosamente fatta mano tramite un gigante bastone sbattuto ritmicamente dentro un conico contenitore in legno. Ci fa provare , è pesante ma loro accompagnano anche questa fatica con balletti e cori...anche in questo caso il lavoro si trasforma in festa!
Il nostro caffè è pronto, versa la polvere in acqua bollente , la rifiltra e ce ne versa una tazza, è buonissimo. Passiamo un' oretta a bere caffè e conversare con questo ragazzo e la sua famiglia. Prima di andare via non possiamo non acquistare i loro prodotti, senza nessuna pressione da parte loro che si limitano a chiederci di fargli pubblicità (oscar.njau@gmail.com) Un' altra lezione di marketing ed economica turistica.
Ormai è giunta l' ora della partenza . Fino a Nairobi viaggio con Brendan, parliamo lentamente, vogliamo trasmetterci emozioni e sensazioni di questa esperienza , io ho una strana sensazione...non sento troppa tristezza o malinconia nel salutare l' Africa, è come se avessi la certezza che un giorno tornerò , è un arrivederci e non un addio ed anche lui la pensa come me.
In questo viaggio ho scalato diverse montagne: quella della lingua: non è stato semplice passare 10 giorni con persone che comunicavano tra loro e non poter intervenire , essere sempre attenta osservatrice di mille dinamiche senza mai parteciparvi, cercare di comunicare con il solo sguardo con un sacco di persone con le quali invece avrei voluto parlare, parlare e parlare ancora...
La montagna del cibo: mi sono ovviamente adeguata ad un alimentazione più americana che locale, quindi porridge a colazione , the ad accompagnare ogni pasto, noccioline al posto del pane...
La montagna del freddo: non lo resisto ma ci ho convissuto, abbiamo trovato un accordo, io ho cercato di sopportarlo e lui di non attanagliarmi.
La montagna dell' igiene: non vedere una doccia, un bidet, una lavata di mani per 8 giorni, camminando 6 ore al giorno, non è stato semplice , la paura di beccare qualcosa, l' odore sugli indumenti... tutto comunque superabilissimo...
La montagna della montagna: questa è stata la cosa più divertente, ho provato strade diverse, con climi diversi, salite e discese e ho scoperto che, qualsiasi salita, pole pole, si affronta ma è alla discesa che bisogna stare attenti. Quando pensi di aver raggiunto la vetta e ti lasci andare, è li che invece devi prestare attenzione...
Il Kilimangiaro è una filosofia di vita, chi lo vive è un principe di lealtà e passione, noi possiamo avvicinarci e farne la conoscenza ma sarà lui e la sua gente a scalare noi.





giovedì 14 dicembre 2017

Up and Down

08-12-2017
Ultima cena in tenda, riso con condimento (a parte) di mais, pisellini e carote, gionger tea, due gocce di wiskey che Brendan , l' americano, aveva riservato ad oggi, ultimo briefing e via...ma eccola li la stanchezza che prepotente supera il mio voler stare bene e mi costringe a vomitare e ad alternanze di caldo/freddo per tutta la notte. Non ho chiuso occhio, la pioggia battente non aiuta a rilassarsi, anzi il rumore mi entra in testa e vorrei urlare. Crampi e sudore. Finalmente alle 5.30 tutti si svegliano. Il mio viso è palesemente devastato; Sam mi chiede se volgio rinunciare all' ultimo giorno di trekking, ma senza neanche informarmi di come potrei fare, gli dico  "no, I try", voglio provare ad arrivare fino in fondo. Gli ultimi 11 km sono di iinterminabile discesa fangosa, un inferno. E' il giorno peggiore me , resto per ultima , non riesco neanche ad ingoiare l' acqua. Arrivati al traguardo tutti festeggiano, io sorrido, vorrei solo dormire.
Nel tragito fino all' hotel ci fermiamo in una specie di locale a mangiare, io rinuncio, tutti si preoccupano per me , gentilissimtina i come sempre. Poi di nuovo in furgoncino e riesco a dormire un pò. Finalmente hotel e doccia ! Sono di nuovo in camera con Katye, la ragazza inglese, ci alterniamo nervosamente il bagno e ancora una volta abbiamo i minuti contati, ci devono consegnare gli attestati e c'è la cerimonia di Mama's, la cooperativa di donne per le quali ho fatto la raccolta fondi a Nuoro, scendiamo velocemente , io non capisco un granchè di quello che succede, continuo a sudare e etremare allo stesso tempo. Riesco giusto a ringraziare Sam e salutare i ragazzi che partiranno domattina presto.
Sono le 21.30 , chiedo un termometro in reception, salgo in camera e mi addormento con addosso il termometro. Mi sveglio all' 1.30, il termometro è spento ed il letto fradicio di sudore.
Cambio parte di letto, mi risveglio che sono le 7.00. Finalmente sto meglio, la penultima giornata africana può succedere...