lunedì 10 dicembre 2018

Kathmandu Kathmanduuuuu





27-11-2018 Kathmandu Kathmanduuu
Sono le 8.00 qui a Kathmandu in Italia le 3 e qualcosa. Siamo nella hall dell'hotel: 3 borse pronte, una la lascerò a Pokhara , una la porteranno i portriers (da distinguere con gli sherpa che, ci verrà spiegato in seguito, è l' etnia che vive e aiuta gli alpinisti nel carico dei materiali sopra i 4000 himalayani ...) durante il trekking, ed uno è il mio daily pack che peserà 8 kg circa.
2 giorni in questa città, il tempo sufficiente a malapena a capire dove si trova l' hotel rispetto al centro di questa... "Bho" metropoli. Non saprei come meglio definirla con un solo aggettivo... Ma ti fa venire voglia di drogarti, di perderti. La devi girare con un mascherina che filtri le polluzioni, devi schivare motorini, auto, biciclette, risciò, mucchi di gente che si distinguono in trekkers e locals, fili elettrici, abbigliamento finto sportivo di Marche altisonanti, e cani, centinaia di cani che non si sa come facciano ad attraversare incolumi le vie di questo delirio mentre a Nuoro vengono investiti anche nel quartiere più deserto!
La sera che sono arrivata ho impiegato 45 minuti di taxi per percorrere 6 km, un tempo infinito in cui ansia, adrenalina e stupore camminavano a braccetto. Sarei dovuta arrivare per le 18 in tempo per il briefing e per conoscere il gruppo, tutto calcolato.. Invece sono arrivata un ora dopo, proprio nel momento in cui il gruppo stava abbandonando la sala riunioni e mi è passato accanto indifferente. Ho dato una rapida occhiata all' elenco giusto il tempo di rendermi conto di essere, come da previsioni, l' unica italiana, anzi forse europea, ma lo sconforto  aumenta quando tento l' approccio con la guida: " hi, I'm Agnese from Italy. Sorry I don't speak English but if you speak slowly I can understand, can you repeat me the plain for this days please?"
" hi Agnese, I'm Tek, no problem, now will go por dinner and apter we talk about the chekking"
Whaaaat? Non ci ho capito una mazza, apter?! Chekking?! Mha... Cerco di comunicare con la reception, capisco che grazie al cielo ho una camera singola, corro per le scale, spalanco la porta di camera, cerco invano una presa per mettere in carica in cellulare... Niente, piango. A sto giro non capisco neanche la guida, sono nella merda.
Mezz'ora dopo sono giù, mi accodo al gruppo che è già in marcia, un paio di loro si presentano ma io mo sento goffa e fuori luogo, vorrei sparire. Finalmente si avvicina Jano, mi parla piano e scandisce le parole, é tedesco, anche per lui l' inglese è una seconda lingua, forse sono salva. Forse non starò proprio muta per 15 giorni. Ok Agne, forza, concentrati, sorridi, cerca di capire, lascia da parte paure e vergogne. Ora inizia la vera avventura.

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