mercoledì 17 novembre 2021

MAGIC JORDANIA ...

 Non me lo ricordo più come si racconta un viaggio, e a dire la verità non ricordavo neanche più come si viaggiasse. All' era del Covid tutto è cambiato, tutto è più complicato.

Da due anni non uscivo dall' Italia, due anni in cui ho messo in stand-by lavoro, passioni e un pò di me stessa per dare spazio a nuove risorse e riuscire ad andare avanti nonostante le difficoltà economiche, sentimentali, vitali... In fondo è stato un viaggio anche questo, un  giorno magari lo racconterò.

Ma ora mi concentro su questa nuova avventura. Non ero mai stata in Giordania e ci sarei voluta andare per farci le vacanze agognate durante l' estate, non per lavoro insomma ... ma la linea di confine tra la mia vita privata e il mio lavoro è talmente fine che... eccomi a pubblicizzare la meta, pur non conoscendola affatto e a radunare per la partenza 7 persone. L' ansia quindi aumenta. Devo gestire una partenza all' estero dopo 2 anni , cercare di soddisfare le esigenze e le curiosità dei miei compagni di viaggio nonostante non sappia neanche io dove sto andando e sopratutto cercare di districarmi tra tamponi, Plf, visti, richieste e rajos e puntas (dal francese cazzi e mazzi)...

Nel percorso burocratico ho avuto degli aiuti e alla fine....eccoci in aeroporto! ovviamente da Nuoro a Roma ci sono di mezzo levatacce, km, parcheggi , altri check-in, sistemazione cani, figli e fidanzati ma alla fine il sedere si siede rilassato sul volo internazionale. Allacciamo le cinture, dopo ore buttati al sole di Fiumicino e hostess isteriche, possiamo rilassarci mangiando un ottimo kebab turco sulla Royal Jordanian! (mha...) e chi può, nel dubbio di non poter bere alcolici per ben 6 giorni, approfitta del vino gentilmente offerto dalla compagnia aerea (in viaggio è fondamentale fare ciò che puoi e vuoi nel momento in cui ti si presenta l' opportunità di farlo, senza indugi, tipo la pipì ad ogni sosta anche se ne fai 6 in 30 minuti, che poi magari passano 6 ore senza che la si possa più fare!)...

3h30 di volo e siamo ad Amman, la moderna capitale in cui ad accoglierci c'è prima un assistente e poi un tassista con il quale comunichiamo in un imbarazzante inglese ma che capiscono subito con chi hanno a che fare e quindi "yes, smoking in the elevator" e " i recommend this aphrodisiac dish" ed altre perle....

1 giorno e mezzo è stato a mala pena sufficiente a farci un idea di come sia strutturata Amman e non abbastanza per perderci nelle sue contraddizioni fatte da altissimi palazzoni di vetro, murales recentissimi su edifici antichi, meravigliose piste ciclabili, disordinati suq, organizzati musei e resti di templi appartenenti a differenti epoche...


 

i castelli del deserto invece , con il senno di poi, li eviteri, o meglio, li farei ma solo avendo il tempo necessario a non farmi mancare una visita più approfondita di Amman e la visita di Jerac alla quale abbiamo dovuto rinunciare ...

La tappa sul monte Nebo ha qualcosa di mistico, è il luogo in cui si pensa sia sepolto Mosè ed in cui lui contemplò per la prima volta la terra promessa. In questo luogo spiritualità e turismo si sposano. La giornata era ventilata ed il cielo non terso quindi non abbiamo potuto ammirare bene il panorama sottostante ma se ne intuiva la spettacolarità (pare che nelle giornate limpide si veda persino Gerusalemme). Un posto semplice ma con dettagli importanti tra cui la chiesa restaurata da un frate italiano in cui si può visionare un bellissimo mosaico ancora praticamente integro. 

La città più vicina è quella di Madaba, abbiamo girato troppo velocemente le sue strade ma sicuramente meritava una visita più lenta,vi si trovano souvenir particolari ed economici, si mangia bene e tipico e nella chiesetta ortodossa di San Giorgio capita che una donna , in silenzio, ti si avvicini, ti regali una candela per la quale lei ha appena pagato dei dinari e ti mostri come immergerla nella sabbia prima di pregare in silenzio. 

Lei era iraniana e alla domanda "Do you speak english" mi risponde un "no"con ovvietà nel tono. preghiamo insieme.

Il viaggio continua per interminabili ore di pullman intervallate da soste idrauliche (come si diverte a chiamarle la nostra guida) e da bazar in mezzo al nulla in cui è possibile ingurgitare tazzone di caffè americano, noccioline e comprare al volo calamite , abiti tipici (...) ed altre diavolerie orientali...

Finalmente arriviamo a Petra , ma prima ci fermiamo ad ammirare un tramonto mozzafiato. Le membra sono stanche ma quando ci viene proposto di visitare Petra in notturna non ci pensiamo due volte , all' unisono è un SI. cena al volo (alle 18.00 , manco a 5 anni), doccia domani, scarpe comode, pila frontale, foulard e all' improvviso ci troviamo a percorrere un canyon alla luce solo di piccole lanterne a candele poste ai bordi del tracciato e ad immaginare cosa ci sia aldilà delle pareti bianche che a malapena intravediamo. 

Ad un certo punto la strada si apre e di fronte ci si presenta un piazzale pieno di lanterne e dei ragazzi del deserto ci accompagnano a prendere posto in terra intimandoci di fare silenzio. Parte la musica di un flauto. il cielo sopra di noi è stellato e chiaro, sembra un film. passano il the caldo, la musica si interrompe, il musicista si alza, tutti applaudiamo stupidi e al suo 3 le luci illuminano la parete dietro di lui : IL TESORO DI PETRA. Fantastico.

Ma la vera magia è quella dell' indomani mattina quando le pareti del canyon ci avvolgono, quando Rudi (nome italianizzato della guida che in realtà in arabo è scritto tipo Radhaw e significa vino rosso!) ci racconta il perchè dei volti scavati sulla roccia rossa, dei vecchi percorsi d' acqua , delle forme create dal vento... Perdo le sue spiegazioni spesso, soprattutto quando vengo accerchiata dai ragazzini che insistono nel volermi portare nei punti panoramici per fare foto uniche.... Posti che ho letto essere raggiungibili ma con fatica e correndo moderati rischi....devo dare il buon esempio al gruppo! rifiuto le loro offerte ma mi diverto a cercare di dialogare con loro guardando quegli occhioni espressivi e rari.



il percorso sembra ancora più lungo perchè le pause sono tante ma ne assaporo ogni angolo. Ad un certo punto...la luce cambia, la tonalità delle rocce pare farsi più chiara, la gente si ferma all' improvviso. Le pareti del canyon pare si aprano....scorgiamo la facciata di un enorme edificio. Siamo di nuovo al "tesoro" . 30 mt di scultura! 


 

 Non mi dilungo a raccontarla anche perchè personalmente prima di vederla non mi ero informata e l' ho apprezzata di più, quindi consiglio a tutti una scoperta simile. Ma la vera sorpresa è stato il proseguimento....altre enormi sculture che dentro ospitano sale lunghissime, dromedari in corsa, asinelli parcheggiati in ogni angolo, templi che spuntano all' improvviso, archi, porte, ambulanti, bancarelle, venditori volanti di caffè... 

Ci fermiamo per pranzo in un ristorante super turistico ma mangiamo al volo, non vediamo l' ora di continuare la visita e purtroppo le giornate sono corte e dobbiamo lasciare il sito entro le 17.00. Ci consigliano di salire al "Monastero" , cercano di scoraggiarci parlandoci di 800 scalini ma noi, quasi tutti sportivi e sopratutto carichi di sensi di colpa per i due giorni passati seduti ad abbuffarci come se non ci fosse un domani...decidiamo di affrontarli!

con passo spedito iniziamo la salita, accanto ci passano esausti asinelli carichi di turisti pigri adagiati come sacchi sulla groppa dei poveri animali trainati da bambini scalzi che, pur di non mollare la corda dell' asino, strisciano accanto alle pareti e scivolano sugli scalini bagnati spesso proprio dall' urina degli equini... volano parole arabe, le immagino simili a frastimi...

 


Il monastero si presenta ancora più maestoso del tesoro ma con meno turisti, 50 mt, imponente, giallo ocra, in mezzo al niente. Si può continuare a salire e ammirarlo da ancora più in alto o godere dei paesaggi che il "the best point of view in Jordan" (lo scrivono in ogni belvedere hehehe) offre.


 

Il tempo stringe, prendiamo un caffè al cardamomo e scendiamo, dobbiamo raggiungere il resto del gruppo . Io , la mia socia e un' altra signora del mio meraviglioso gruppo, per non farci mancare niente, percorriamo gli ultimi 800 mt in sella, di cavalli non trainati. Incontriamo persino amici di amici...Questa giornata è stata indimenticabile.

L' indomani toccata e fuga a "Piccola Petra" (interessante simil riproduzione di Petra) e poi km verso il deserto, finalmente , non vedevo l' ora!

il Wadi rum! Il pullman ad un certo punto costeggia le rotaie di un treno (anche se di treni neanche l' ombra), lascia l' asfalto e si addentra tra deserto e montagne rosse. dopo neanche mezzora siamo in mezzo al nulla, lasciamo cartelli con scritte come "Ball camp" "ufo tend" etc, sembra l' ingresso di Gardaland a dirla tutta... Ci fermiamo davanti ad un cancello dal quale si intravede una struttura color sabbia. Tutti giù.

Appello, ad ognuno viene assegnata la chiave di una stanza, appuntamento dopo neanche 20 minuti...Il tanto di prendere possesso delle nostre "tende". Ciò che per gli altri è stupendo per me è un pò deludente, mi aspettavo un accampamento come quello in cui ero stata nel deserto Marocchino e invece sono vere e proprie mini-suite con tanto di aria condizionata, lettone, bagno più grande di quello di casa mia, tv... vabbè, me ne farò una ragione :)

Via, montiamo in sella a delle 4X4 un pò sgangherate e sgommiamo dentro il deserto ...qualche auto ha difficoltà, non sono proprio nuovissime ma questo rende il tutto più divertente....il tour nel deserto prevede diverse soste, la prima è "l' oasi" dove si dice abbia soggiornato Lawrence d' Arabia...anche qui una tenda gigante ci accoglie con all' interno banchetti  di spezie, the e beduini truccati e sorridenti. Vengo anche coinvolta in una trattativa, un beduino propone in cambio della mia persona 3 cammelli al resto del gruppo. Tirchio! non cediamo alla trattativa ma evidentemente gli sto particolarmente simpatica, sale a 5, e senza che neanche io me ne accorga mi trucca l' interno degli occhi con il loro eyeliner nerissimo e mi chiede se può usare il mio foulard per farmi il turbante "alla moda tuareg", ovviamente accetto e dopo 2 minuti sembro uscita anche io dal film di Lawrence !

Rimontiamo sui 4X4 , l' altra sosta è per dimostrarci come la terra rosa delle rocce desertiche vada bene anche come terra per il viso, ne approfitto per completare il maquillage hehehe. Poi ci fermiamo davanti ad un altissima duna di sabbia e ovviamente la più spiritualmente giovane del gruppo (M. A di 72 anni) con un occhiata mi chiede di salire...
dopo una manciata di minuti lei ci sta rotolando giù e io scendo a falcate, entrambe super "divertite" ... 


per finire i fuoristrada si affiancano ad un rossissimo promontorio stile Ayers rock in miniatura e tutti ne corriamo in cima, è l' ora del tramonto. Cala il silenzio e sale l' emozione. Le ombre dei dromedari sulla sabbia si fanno sempre più lunghe, restiamo in silenzio, attendiamo che il sole sparisca completamente cercando di imprimere negli occhi, nel cervello e nel cuore quell' immagine e andiamo via.

La notte nel "campo tendato" si alterna tra dimostrazioni della cucina tipica, cenetta (la nostra geniale sommelier F , ormai avvezza agli usi dei paesi musulmani, ha previdentemente acquistato in aeroporto a Fiumicino 2 bottiglie di rosso e finalmente brindiamo!), balli e narghilè , due chiacchiere sdraiati sui cuscinoni colorati e rovinate da "danza cuduro" delle ospiti spagnole che invece che nel deserto sembrano a Rimini, banana loro, e via, a nanna. L' indomani sveglia all' alba.

Ultimo giorno di tour destinazione Mar Morto! ma prima tappa Jordan River. 

in quella che si dice sia la fonte battesimale di Gesù, prima ho immerso le mani, poi i piedi e poi... Ci sono caduta dentro 😅 ancora rido se ci penso. Credo fosse un segno, la mia curiosità mi spinge sempre troppo in là... Un luogo più che spirituale di riflessione... Gli argini del fiume Giordano bagnano sia la Giordania che Israele e ci sono delle guardie armate che controllano che i due popoli non svalichino i confini! Gli ebrei lo Considerano il canale tramite il quale Giosuè (successore di Mosè) portò il popolo ebraico in terra promessa e vi ci fanno il bagno coperti da abiti bianchi che una volta fradici diventano trasparenti (con il forte disappunto dei musulmani). Insomma le 3 religioni si in-S-contrano in questo luogo magico e i 3 edifici che lo sovrastano simboleggiano questo (moschea+chiesa cristiana+chiesa ortodossa). Bello.


E altrettanto speciale è immergersi nel mar morto (che poi è un lago) evitando accuratamente di non bagnare occhi e labbra (ovviamente io invece credo di averne persino bevuta un po' 🤮) e giocare a stare a galla senza sforzo.... Non cammini sulle acque ma se hai qualche taglietto vedi di sicuro le stelle 😅...


CURIOSITA': 

La Giordania è situata in una zona "calda", ciò nonostante è una nazione molto stabile, neutrale, con un basso tasso di criminalità. Non a caso viene soprannominata "Svizzera del medio oriente"

Solo il 3% del territorio giordano può essere coltivato, il resto sono deserti rocciosi e affascinanti, fra i più belli al mondo.

La Giordania è un paese musulmano, ma dall'Islam moderato. Le donne scelgono se indossare il velo e la regina, Rania di Giordania (grande estimatrice della moda italiana), si batte da sempre per migliorare il ruolo femminile nel Paese.

Le donne giordane hanno infatti diritto all’istruzione e al voto e a differenza di altri paesi musulmani , possono guidare e ricoprire importanti cariche politiche

ANCHE in Giordania sono ancora ampiamente diffusi i matrimoni combinati e la dote (!!!)

E' comunque frequentissimo incontrare donne con il burqa e i locali non commentano avvenimenti politici che abbiano come protagonisti i "monarchi." ...


mercoledì 19 giugno 2019

Matrimonio Djerbino

 -          -Ti andrebbe di venire al matrimonio di mio fratello?

-         -  Mi piacerebbe ma non conosco nessuno, non parlo la vostra lingua, non so , ci penso, grazie per l’ invito

-          - Ti piacerebbe, è molto differente dai vostri. Invita chi vuoi, i nostri matrimoni durano 3 giorni e   apriamo le porte di casa a tutto il paese, è una grande festa.

-          - Credo che verrò!

Voglio vivere questo viaggio come lo vivrebbe uno di loro, partendo dall’ Italia in nave.
Arrivo da Napoli a Salerno dopo aver fatto il sabato un tour di Atzara e la domenica dall’ alba la Borsa Mediterranea del Turismo, insomma non riposatissima ma con addosso già tanta energia, voglia di scoprire ed entusiamo.
L’ imbarco è alle 12.00 ma già dalle 10.00 siamo in fila, prima per i documenti poi per i controlli di sicurezza e finalmente per salire sulla nave! La grimaldi per la tratta Italia-Tunisia dispone di piccole ed essenziali imbarcazioni, come agente di viaggio ho ottenuto un ottima tariffa per una spaziosissima cabina quadrupla con tutti in comfort. La maggior parte degli altri passeggeri è invece coricato nelle poltrone del bar o tra i corridoi , tutti rigorosamente scalzi ed accalcati , il viaggio dura 27 ore con una sosta per imbarcare altri passeggeri a Palermo. Faccio scorrere le ore tra film, passeggiate sul ponte, qualche spuntino e… il cesso! Già, le ultime 5 ore di navigazione, da dopo che si lascia la Sicilia e si affronta il mare aperto, non sono proprio piacevolissime! Vado sul ponte a prendere aria e un signore, riconoscendo da non so esattamente cosa la mia provenienza, mi sorride e con uno stentato italiano mi dice “la prima volta che ho affrontato questa tratta ero su di un gommone, è durata il doppio, ho sofferto ma ero felice.” Ritorno in cabina, faccio un respiro fortissimo, smetto di vomitare, sorrido.
Chi sbarca da Tunisi con l’ auto è destinato a stare in fila per ore ai controlli, svuotare completamente il proprio mezzo ed attendere che i poliziotti passino a controllare che non ci sia merce destinata al commercio, prima della polizia passano dei signori con un gilet azzurro che in cambio di qualche dinaro si offrono di aiutarti a scaricare le tue cose  e all’ esigenza, di aiutarti a nascondere ai poliziotti ciò che non vuoi che vedano …
In macchina con i miei due amici raggiungo Djerba , 520 km interrotti solo per qualche sosta caffè e per l’ immancabile panino con uovo sodo, tonno e harissa preso ai bordi dell’ autostrada , al buio, da una colorata signora che scalda prima il pane dentro un secchio di alluminio con dentro del carbone e poi con le mani apre le scatolette, sbuccia le uova, apre il pane e lo imbottisce porgendotelo avvolto da un tovagliolo che è forse l’ unica cosa pulita sul quel tavolo di fortuna su cui ci sono gli ingredienti della mia prima indimenticabile cena Tunisina.
Sono le 23 quando arriviamo nell’ isola di Djerba. Abbiamo evitato il traghetto perché contro le nostre aspettative c’era una coda che si sarebbe smaltita in non meno di 2 h. L’ emozione di K di rivedere la sua famiglia gli ha fatto scegliere di volere continuare a guidare ancora ma di arrivare il prima possibile ad abbracciare i suoi cari che non vede da mesi, io e Dalì siamo d’accordo con lui.
Ad accoglierci le donne della sua famiglia con grida di gioia , abbracci, baci e strette di mano.
La madre abbraccia K facendo un suono che farà da colonna sonora a  tutti e 3 i giorni di festa, una sorta di urlo che fa vibrare la lingua producendo un allegro e assordante fischio – pppprrrrriiiii-
Ci sistemiamo nell’ appartamento accanto al loro, una modesta casetta il cui pavimento è ricoperto quasi per intero da lunghi e spessi tappeti colorati, piccole finestre chiuse da grate ne consentono la più totale privacy ma la rendono fredda … ci accomodiamo nei divani neri del soggiorno, facciamo ancora due chiacchiere e poi andiamo a letto, stremati.

Primo giorno di festa: la madre di K ci fa avere in casa dell’ ottimo caffè bollente, latte, 3 baguette, burro e shamia, un dolce dal sapore simile a quello del caramello ma quasi in polvere che loro mischiano con il burro … altro che nutella!
-          Mia zia chiede se vai con lei a fare l’ henne, oggi le donne si adornano per la festa
-          Ok …
Io e la giovane zia di K facciamo il viaggio fino alla vicina cittadina di Midoun in completo silenzio alternato solo da sorrisi e cenni con la testa. Arriviamo nel retro di un piccolo negozio di bomboniere e ad aspettarci c’è una robusta signora già impegnata a disegnare le mani e i piedi di Sara, la sorella di K che mi accoglie con un sorriso smagliante e in francese mi dice di sedermi accanto a lei. Rimango incantata ad ascoltare le loro chiacchiere in arabo alternate spesso da contagiose risate e non posso fare a meno anche io di ridere pur non capendo assolutamente niente di quello che si dicono. Faccio delle foto per dimostrare il mio apprezzamento verso quei tatuaggi floreali, cerco di dire qualcosa in francese , lingua per me sconosciuta quanto l’ arabo, sorrido.
Dopo Sara è il mio turno, faccio capire che vorrei mi disegnasse una mano e un piede, lei vorrebbe farmi la mano sinistra e il piede destro o viceversa ma non è impossibile perché ho già dei tatuaggi li, quindi vada per mano e piedi sinistri. Nonostante io pensassi che a loro potessero non piacere, apprezzano i miei tatuaggi e la signora robusta in due minuti mi disegna la mano, le mie decorazioni sono molto differenti da quelle di Sara, sembrano più da bimba le mie, un braccialetto, un anellino disegnato a mo di fiocco sull’ anulare sinistro (!) e righe e arzigogoli sulle altre dita, una cascata di fiori invece sul piede che mi piace decisamente di più. Mi fanno capire di non potermi lavare fino a domattina ma soprattutto mi vietano di rimettere le scarpe. Bene, faccio il mio rientro scalza, con gli anfibi tra le mani, la mano e il piede colorati e un espressione incredula sul viso. Nel viaggio di rientro io e la zia eravamo già più in silenziosa confidenza .
Ho rincontrato i miei amici solo alla sera e insieme abbiamo mangiato la Mloukhia, una zuppa nera e gustosissima ricavata da una pianta fatta cucinare con la carne di agnello. Dopo cena ho riraggiunto il gruppo di donne che stavano sedute su numerosi materassi singoli adagiati al pavimento con addosso pesanti coperte e strumenti musicali (tra i quali pentole e forchette) tra le mani che , accompagnate dal – pppprrrriiii- toglievano ad uno ad uno da delle valigie una serie di doni destinati alla sposa:
Una tra le meno giovani del gruppo , in piedi al centro della stanza toglie ora un paio di scarpe, ora un completino intimo o delle lenzuola, ora prodotti di bellezza e li mostra alle altre donne … più il dono è grazioso più alte si fanno le grida e più lungo il –pppprrrriiiii-. Una volta mostrato il dono, le più giovani, sedute in terra , lo avvolgono in un nastro colorato prima di deporlo in dei cesti di vimini bianchi. Questo rituale si prolunga fino a tarda notte …
Il secondo giorno è dedicato allo sposo: Di mattina lui va all’ hammam, dal barbiere, dal sarto … e il resto della famiglia si  affaccenda tra cucina e allestimento della location (uno spazio di terra circondato da basse case bianche disposte a cerchio).
Io e Dalì giriamo per i mercatini e per le cittadine vicine con una 147 prestata da un amico di K.  Per pranzo, uomini da una parte e donne dall’ altra mangiamo un piccantissimo cous cous a casa dei genitori dello sposo prima di agghindarci a festa per andare a consegnare i doni alla sposa. Sara ci tiene che io indossi gli abiti tradizionali djerbini e così mi ritrovo privilegiatamente nella stanza insieme alle donne della famiglia a cambiarci e metterci su lunghi e coloratissimi abiti da festa ai quali abbiniamo orecchini d’oro, ampie collane , spille e tutto un armamentario dorato che completa la vestizione. Così conciata e perfettamente mimetizzata, monto sulla 147 e in corteo raggiungo la casa della sposa.
Tamburi, canti, balli e infiniti –pppprrrriiii-  marciano fino alle porte di un umile casa nel centro di Midoun. Gli uomini, come sempre, aspettano fuori e noi donne ci catapultiamo dentro casa. La sposa è seduta su un divano al centro al centro della stanza, avvolta da un burca bianco. E’ forte quell’ immagine, ma il clima è talmente festoso che quasi passa in secondo piano la mancanza d’ aria che suscita quella donna. Per un attimo mi sento una turista: mi spingono a sedermi accanto a lei e scattano una serie di foto nella quali il rosso del mio incarnato evidentemente imbarazzato è  più intenso persino del verde acceso del mio vestito folkloristico!
Uscite dalla casa ci accomodiamo sotto una sorta di tendone adibito al ristorante, tutte donne, gli uomini pare si siano dileguati nel niente. Accanto a me si Siede Sarah, la giovane nipote di K e per un po’ parlo con lei in inglese, è bello finalmente poter scambiare due chiacchiere con una di loro e in un attimo la sua bocca fa da tramite anche alle altre donne che evidentemente, come me, avevano voglia di interagire. Ancora una volta mi trovo a maledire la mia scarsa conoscenza di questa lingua!
Ancora cous cous ma stavolta decisamente meno piccante, acqua fresca e via di corsa di nuovo alle macchine. A casa ci aspetta lo sposo, avvolto in una spessa coperta di lana marrone … in effetti inquietante quasi quanto il burca della sposa … ma sorridente come sempre e via di nuovo tamburi e balli e –pppprrrriiii- e tutti in corteo verso l’ aperta campagna. Io seguo il gruppo quasi in trance, non riesco a capire cosa stia succedendo né a ritrovare i miei amici per chiedere spiegazioni … Arriviamo in un piazzale in mezzo al quale c’è un ulivo, il corteo festante si è ferma e lo sposo inizia a camminare intorno all’ albero, fa tre giri … un po come i nostri intorno al fuoco di Sant’ Antonio ma senza fave e ovviamente soprattutto senza né lardo né vino rosso! La seconda serata si conclude così, con lo sposo avvolto in una coperta di lana, con in mano un ramoscello di ulivo a frustare gli uomini ancora single.
Il terzo giorno è arrivato in fretta: Tutti laboriosi da presto, noi ospiti nonostante tutto veniamo viziati ancora una volta con caffè caldo, latte , Ftayer (pane fritto simile al nostro pane lentu) e strepitosi dolcetti di mandorle con caramello. Difficile alzarsi dal tavolo della colazione. Io e Dalì decidiamo di liberare il campo per non essere d’ intralcio e passiamo la mattina tra le bancarelle di Midoun a cercare dei foulard per la mia amica Marianna che andrò a trovare a Pavia alla fine di questa avventura, e una giacca da far indossare a K che , invaso di compiti e doveri non è riuscito a comprare niente per il giorno delle nozze del fratello. In realtà il farsi belli è l’ ultimo dei pensieri di queste persone, la priorità è accogliere gli ospiti e fare una buona festa!
Tornati a casa c’è la confusione più totale, non si capisce l’ orario esatto in cui dovrebbe arrivare la sposa, io pulisco la casa che mi ospita e che di  sera farà da covo per gli uomini e verso le 17 ho indosso il mio abito da festa. Uscita di casa però mi rendo conto di essere l’ unica vestita elegante … Rimango sull’ uscio con le altre donne alla ricerca di qualche indizio che mi faccia capire quali saranno gli altri passi da fare …  e, prima ancora che riesca a parlare con una delle due Sare vedo arrivare una fiumana di donne pronte ad andare direttamente ad accomodarsi per mangiare; ma come, senza gli sposi?! Si!
A quel punto capisco di avere due possibilità: fare l’ ospite e sedermi a mangiare o cambiarmi ed aiutare a servire ai tavoli. Opto ovviamente per la seconda e in un lampo ho di nuovo addosso jeans, giacca e anfibi. Ora mi sento finalmente a casa. Giro per i tavoli con giganti piatti colmi di cous cous e carne e riporto indietro piatti vuoti e bicchieri di plastica da buttare, tra sorrisi e abbracci improvvisi.
Poi K:
-          Anniese per favore, puoi andare a prendere la famiglia della sposa?
-          Eeeeeh??? Come? Dove? Con chi?
-          Raggiungi le macchine degli uomini che sono ripartiti, prendi la mia macchina chè essendo italiana può essere guidata solo con la tua patente. Una volta arrivata la ti faranno salire qualcuno che non ci sta nelle altre macchine. Per favore.
-          Certo, vado.
-          Shokran

40 minuti di corsa in macchina con le 4 frecce per raggiungere il resto del corteo , fortunatamente ho memorizzato la strada il giorno prima. Nel viaggio rido da sola pensando alla situazione in cui mi sono cacciata, come avrei comunicato con chiunque fosse venuto in macchina con me? Problema risolto, arrivata a casa della sposa, i suoi invitati mi sfilano davanti andando ad accomodarsi nella macchine guidate dagli uomini del posto. Nessuno si  fida della donna Occidentale, come dargli torto? Eheheh. Bene, riparto, sempre sola. Seguo la coda ma ad un certo punto K mi chiama:

- Anniese fermati, hai dietro un mio amico, ha la macchina piena e vuole far salire sua moglie con la bambina nella tua macchina.
- Ok, ma stai in linea così se ha qualcosa da dirmi prima di salire me la traduci.
- Tranquilla.

Con il cellulare aperto scendo dall’ auto e vado incontro alla donna, la faccio parlare con K al telefono e riparto . Suo marito mi si piazza davanti ed inizia a correre come un matto, io provo a stargli dietro ma brucio una rotonda e devo frenare di scatto, la donna e la bambina si ancorano al sedile e lei inizia a parlare ad alta voce in arabo. Credo non sia felicissima di essere salita in macchina con me. Abbozzo un “Sorry”, alzo la musica e cerco di riprendere il corteo. Non vedo l’ ora di arrivare.
Arrivati a casa, essendo l’ ultima della coda mi perdo l’ incontro tra gli sposi, sono già le 20, è buio . –pppprrrriiii- tamburi , balli ,confusione … mi sento in colpa per la frenata e vorrei raggiungere K e raccontargli l’ accaduto di modo che possa chiedere scusa alla donna da parte mia. Non c’è bisogno lei lo capisce, mi da in braccio la sua bambina e mi tira verso il tavolo bandito per la cena. Ottimo, incastrata a cenare con lei ed altre bellissime donne vestite a festa mentre io sembro una trovata fuori dal cancello. Proprio ora che avrei potuto finalmente cambiarmi e magari cenare con le donne della famiglia  con le quali ormai sono entrata in confidenza. Pazienza. Finisco la cena, mi alzo e inizio a sparecchiare insieme alle altre, trasformiamo in un attimo il “ristorante” in una sala da ballo e finalmente vedo sposo e sposa insieme, lei abito bianco e lui in un elegantissimo completo nero, sono seduti su un divano bianco e davanti a loro uomini e donne (ma soprattutto donne) ballano a ritmo di musiche orientaleggianti, tutti sobrissimi, coloratissimi e allegri. Non era come lo immaginavo : la tradizione Djerbina vorrebbe che la donna arrivasse dentro un cesto su di un cammello e di sicuro sarebbe stata una scena epica da osservare ma credo di aver comunque collezionato emozioni e colori e –pppprrrriiiii-  e sorrisi e abbracci oltre le aspettative. Non scorderò mai questo meraviglioso Matrimonio Tunisino.

Curiosità:
Mischino/a si dice anche in arabo ed ha lo stesso significato che in sardo
Gli uomini, volendo, il giorno prima del matrimonio potrebbero anche permettersi una bevuta ma di nascosto dalle mogli
Le donne sono molto festaiole, possono decidere di divorziare dai loro mariti per qualsiasi motivo e non hanno assolutamente l’ obbligo del velo
Un uomo che faccia atti di violenza contro una donna viene ripudiato dalla società e non gli è più permesso l’ ingresso nei bar “moreschi” (tipici caffè solo maschini in cui oltre alle chiacchiere vengono svolti anche atti di commercio)
Gli sposi dopo il matrimonio vengono accompagnati in camera e lo sposo dopo il rapporto, che, per la donna dovrebbe essere il primo della sua vita, esce per comunicare agli ospiti il suo gaudio! In alcuni paesi da conferma della verginità o meno della consorte e nel primo caso la festa continua.



lunedì 17 dicembre 2018

Hot springs









Pothana (con la o una t e la h!)
VI. XII. MMXVIII
Dal giorno dopo l'arrivo al campo base ad oggi abbiamo camminato una media di 20 km al giorno e spesso, come oggi, abbiamo "scalato" per ore scalini che, per farvene capire l'altezza, ce ne sarebbero stati altri due tra uno e l'altro.
Ieri siamo stati a Jino, un paesino uguale a tanti ma con la particolarità di avere nelle vicinanze delle vasche di acqua termale affacciate direttamente sul fiume e immerse nella foresta, raggiungibili ovviamente con 40 minuti di scale, "hot springs", una meraviglia.
Io, nonostante puntuale come un tedesco mi sia arrivato il ciclo a tenere ben tesi i reni i salita, ho deciso di immergermi comunque, i miei muscoli mi hanno fatto l' applauso!
Quest 'anno sono fin troppo attrezzata, l' unica cosa che avevo in meno rispetto agli altri era una  birra in mano...  Ho pure pensato di comprarla prima di scendere alle vasche ma il costo d 6,00 euro la latina e pure calda, mi ha fatto desistere.
I costi del cibo in montagna sono più alti rispetto alle città ma considerata l'opportunità che offrono, di mangiare e bere in qualsiasi punto di foreste e montagne, mi pare il minimo. C'è chi spende il doppio per consumare le stesse cose in un squallidi locali vista cemento.
Stasera è l' ultima notte in montagna, siamo in un carinissimo hotel con la stufa e le lanterne cinesi ; in un angolo un nepalese suona la chitarra, noi sempre schierati uguali, 4 ragazze vicine alla stufa scrivono per ricordare e tramandare, forse; 4 ragazzi giocano a carte, altri 2 maneggiano il telefonino, e qualcuno è già andato in camera. Fuori piove. Adios Himalaya.