martedì 12 dicembre 2017

Ho raggiunto Uhuru Peak che in swaili significa libertà!




07-12-2017

La giornata di oggi è iniziata ieri.
Alle 23.00 ci siamo ritrovati tutti nella tenda principale , la neve scende che è una preoccupante meraviglia.
Sam, la scrupolosa guida, misura a tutti la pressione e il livello di ossigeno  e, nonostante lo stupore generale visti i vomiti di Oscar, i pianti di Katye e i mal di testa di Christine e Rohit, dà a tutti l' ok.
Ci armiamo di coraggio e decidiamo di provarci, tutti insieme.
Siamo super imbottiti, pile in fronte e zaini con acqua , snack, medicine e poco più.
Sam si occupa di pesare tutto, il mio carico risulta molto pesante ma lo rassicuro sul fatto che mi sta bene, ho paura di togliere le cose sbagliate (ovviamente mi renderò poi conto di aver invece lasciato al campo quelle giuste, come gli occhiali da sole!).
In fila indiana lasciamo il camp e la salita inizia quasi subito. E' spettacolare sotto la neve una coda di persone , o meglio di lucine che si inerpica sulla montagna. Con noi 10 ci sono 4 guide e 4 assistenti e quasi subito partono gli incitamenti e le canzoni africane (Jambo, Jambo Bwana, habarigani nzurisana wageni, mwakaribishwa, kilimangiato, Hakuna matataaa).
La salita inizia abbastanza impegnativa , con qualche arrampicata lieve , io "frastimo" contro i bastoni che mi costringono a tenere le mani fuori dalle tasche ma senza poterle usare come leve, come sono abituata. Fa caldo per via dei troppi strati, è l' 1 e la prima ora quasi vola . Dalle 2 invece le salite diventano sempre più ripide e la neve sempre più alta , si fa sentire il freddo ma siamo ancora tutti tranquilli , facciamo circa una sosta all' ora ma brevissima per non ghiacciare , mi inizia a brontolare lo stomaco, vorrei andare in bagno ad ogni sosta ma spostarsi al buio sulla neve e togliersi tutti quegli strati con i guantoni ti fa passare la voglia.
Piano piano si palesano i primi cedimenti e stringe la testa , Katye si ferma per vomitare e a ruota le segue Maddie, 2 assistenti rimangono con loro. Chi vuole può lasciare il gruppo ed aumentare il passo, i 2 ragazzi australiani e Brendan, l' Americano lo fanno, io non mi  rendo conto e resto con il gruppo, ma alla fine va bene cosi, mi piacciono gli incitamenti e i cori africani (Jambo, Jambo Bwana, Hakuna ma-ta-taaa). Ogni tanto si sente qualcuno stare male, io cerco di non pensarci, ricordo le parole di Teresa: scala con la testa, pensa positivo, ci provo...si fanno le 5. Le gambe vanno da sole ed anche la testa, per fortuna lo stomaco riesco a controllarlo!
Bevo acqua per ossigenare il sangue, finchè non mi viene la nausea , guardo l' orologio e non vedo l' ora che arrivi il sole. Ho le dita dei piedi e delle mani addormentate dal freddo, le salite non finiscono.
Sono le 6 e qualcosa quando appare il cartello "Stella Point, congratulation", è finalmente giorno. Mi accorgo di essere rimasta sola con la guida e due assistenti Simba e Paul...loro continuano a dire "good Job, benvenutaaa", esulto anche io, mi viene da fermari ma la voglia e la curiosità di andare avanti fino al reale top, ad Uhuru Peak, mi spinge ad accelerare . Mi guardo intorno, vedo qualche mia compagna piangere dal freddo, qualche trekker avere attacchi di asma, guardo Sam, lui mi sorride, "let's go Aghi "(mi chiamano così, gli viene più facile). Mi chiede se mi più prendere lo zaino, si, ora puoi Sam, i'm tired. Pole Pole ci avviciniamo alla vetta, nella strada incontriamo i 3 ragazzi che erano davanti a noi e che per via dell' ossigeno già stanno tornando indietro, sono felicissimi.
Arriviamo...davanti a noi uno spettacolo di nuvole bianche che si confondono con la neve del tetto dell' Africa , è ancora più bello di come lo immaginavo. Partono foto e video ma il tempo è poco, il mio livello di ossigeno non era altissimo la sera prima, e poi comunque fa molto freddo. La discesa la facciamo quasi di corsa, un pò per la felicità un pò per ritrovare aria. Arriviamo di nuovo al Camp che non sono neanche le 09.00, un riposino, una zuppa calda e di nuovo in marcia, altre 4 ore di discesa per raggiungere l' ultimo campo di questa avventura.
Non ho mai camminato così tanto in vita mia , praticamente 18 ore in due giorni, ma ora sono dentro la tendina e i miei piedi e la mia testa stanno bene! Baccinellina d' acqua che toglie giusto il fango dal viso dell' ultima ora sotto la pioggia  e via... le immagini di questi due giorni sono sicura che mi accompagneranno a vita

5 commenti:

Unknown ha detto...

Che Meraviglia!

Unknown ha detto...

Congratulations Agnese ! Super !! Excellent ! Great !
Reading your story it feels like I've been there too ! Thanks for sharing! xx

Agnese ha detto...

si Sabrina, è stato meravilgioso :)

Thank you Christiane for visiting my blog, see you soon Agnese xx

Unknown ha detto...

Brava, bel racconto, meravigliosa esperienza "vitale"...

Zirella ha detto...

Grazie Franco, si esperienza indimenticabile