Amo la Sardegna.Trattasi di amore intenso ed eterno ma non esclusivo-diciamo che in quanto a invaghimeti regionali tendo ad essere poligama.
Però la Sardegna mi ha rubato il cuore e per tante ragioni. Per la sua bellezza estrema, sorprendente- e non soltanto mari e spiaggie e laghi e montagne e paesi e sugheri: ci sono le facce, i colori, le musiche, i ricami, i dolci che ancor prima che buonissimi sono, appunto, bellissimi. Ci sono lingue che si rincorrono, e ritmi inusitati, e sobrietà di silenzi e generosità di racconti. C'è lo sguardo che sa immaginare il futuro e insieme il radicamento amniotico in quella terra, e in lei soltanto. Se avessi incontrato Costantino Nivola me ne sarei innamorata. Ho incontrato Maria Lai e mi soo lasciata incatenare dai suoi lacci colorati.
Eppure è come se i sardi dubitassero sempre dei loro stessi talenti- e non è solo understatemet, o che nemo propheta in patria, no. Me lo ha spiegato bene Mariapaola Masala, giornalista e amica di gran garbo e intelligenza: è come se i sardi temessero sempre di fare una brutta figura col mondo, anche quando è proprio il mondo ad apprezzare e amplificare i loro stessi talenti.
La frase "Ma non lo staremo sopravvalutando questo (o questa)"- non si riferisce mai a stelle nascenti, ma ad astri già da tempo brillanti e ben saldi nella cosmogonia della notorietà e del successo internazionali. Vale per tutti, in tutti i settori-e mi perdonino i tanti che non cito. Vale per il genio creativo di Antonio Marras e per quello aticipatore di Nichi Grauso, per lo sguardo di Daniela Zedda e le parole di Milena Agus, per uno scrittore ormai laureato come Salvatore Niffoi e per uno che gli manca solo la tesi come Flavio Sorìga; Per chi è partito lontano- Sergio Atzeni, Antonella Anedda- e per chi si è voluto vicino- Massimo Carlotto, Fabrizio De Andrè; e anche per chi ha conquistato il mondo ma sempre torna carico di regali come Paolo Fresu.
Certo, c'è il rischio di una sorta di campanilismo al contrario, di una ritrosia eccessiva, quasi autolesionista. Ma in una terra che troppi confondono con il Billionare- bè, meno male che esistono, e resistono, i sardi fieri e schivi e colti e segreti. A tutti loro, grazie.
"artisti immigrati" nasce nel 2007 come blog per dare spazio ad artisti(dove per artisti si intendono tutte quelle persone che a modo loro escono dagli schemi e dalle convenzioni,persone colorate insomma!) che si son dovute allontanare dal "nido"(Pascoliano) per realizzarsi e tentare di lasciare un segno. Oggi, dopo 10 anni si rinnova...e diventa un blog di esperienze di viaggio...di migrazione si ma provvisoria.
mercoledì 26 settembre 2007
PENSIERI E PAROLE DI LELLA COSTA!
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3 commenti:
a proposito di Salvatore Niffoi,ho trovato per caso nella mia libreria il suo "la vedova scalza",regalatomi da mia madre tempo fa,a mia insaputa.Letto d'un fiato ieri pomeriggio:ok,ok,son solo 182 pagine...ma di grande effetto.Ti catapulta nella sua perfettamente dipinta storia barbaricina, ti prende per mano e ti conduce per le vie di Tacule' e Laranei,dove ti fermi a sentire le cattiverie de sa zente limbuda.
Da leggere.
Poi mi avvicinero'al suo libro d'esordio "la leggenda di Redenta Tiria".
Pistorringheddu
bene, buon consiglio Cagapì, sono anche io curiosa di leggere la vedova scalza, anche se mi è stato detto che è scritto in sardo sardo sardo e che è molto descrittivo quindi di non facile lettura.
ps:bellissimo "sentirti" parlare il nuorese!ciao sa spò
eh,ce l'ho fatta io ogliastrina a capire gli intrecci di Micheddu e Mintonia!
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